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Proteggere casa, ufficio, luoghi pubblici e ambienti privati è fondamentale per la serenità e l’incolumità di chi vi vive. Capire come si realizza un vetro antiproiettile, le sue specifiche tecniche e il sistema di valutazione dell’efficienza ti renderanno più chiaro come dietro ad un’estetica impeccabile, dal gusto minimal o comunque raffinato, si nasconda una resistenza senza pari.
Non di rado dobbiamo sconfiggere il pregiudizio che si nasconde dietro all’idea di protezione. Un vetro antiproiettile si fregia di eleganza come ogni altra superficie vetrata di qualità e può essere inserito in serramenti perfettamente integrati nello stile dell’edificio di cui fanno parte.
Ogni volta che si realizza un vetro antiproiettile lo studio si concentra su diversi fattori:
Ciò significa che chi si occupa di serramenti, realizza il vetro antiproiettile come un abito su misura. Lo struttura in modo da renderlo resistente al tipo di arma da fuoco, sempre tenendo conto del fatto che il vetro e il serramento rappresentano un elemento d’arredo per gli ambienti. A ciò si aggiungono le valutazioni che riguardano il benessere abitativo. Chi realizza il vetro antiproiettile deve tenere conto delle esigenze termiche del luogo, per garantire benessere all’interno dell’edificio e per allinearsi alle esigenze di efficienza dei serramenti. Stesso discorso va fatto per isolare gli ambienti dal punto di vista acustico.
Una considerazione importante verte attorno alle dimensioni del vetro. Oltre al fatto che più grande è la sua superficie, tanto maggiore è l’esposizione al rischio, bisogna anche considerare la superficie vetrata dal punto di vista tecnico. Tanto è più grande, tanto più dovrà presentare caratteristiche di elasticità e resistenza oltre che ai proiettili anche agli urti.
Tenuto conto di tutte queste variabili, l’attenzione si focalizza sul vetro e sulla sua resistenza, su come strutturarlo e su un’importantissima fase di test che verificano la capacità della superficie vetrata progettata di resistere al colpo di arma da fuoco.
Innanzitutto dedichiamo qualche minuto a capire di cosa è composto un vetro antiproiettile.
Se volessimo farci un’idea, potremmo affermare che il vetro antiproiettile non è composto soltanto da vetro, ma anche da altri materiali plastici o metallici trasparenti, come l’acrilico, il policarbonato o quantomeno da una combinazione di vetro e plastiche, generalmente ritenute particolarmente efficaci nel resistere agli spari di arma da fuoco.
I vetri antiproiettile più efficaci hanno, però, una composizione speciale.
Ciò che li distingue da un vetro comune è una struttura composta da diversi spessori di lastre di vetro accoppiate con plastici di diverso spessore e con una pellicola antischeggia interna, predisposta per evitare la fuoriuscita di schegge.
Ogni serramento antiproiettile nasce dall’insieme di valutazioni di cui abbiamo parlato poco sopra e che ora vogliamo approfondire in modo più tecnico.
Concentriamoci sul rischio, partendo dal fatto che esistono due categorie principali di vetri, e quindi serramenti, antiproiettile, rispondenti a due diverse normative:
Ciascuna si classifica in ulteriori livelli di sicurezza:
Per ottenere la certificazione di protezione balistica non basta che il serramento e il vetro siano composti dai materiali adatti. Devono superare un collaudo eseguito presso un laboratorio balistico che testa il sistema con calibri verificatori e strumentazioni che permettono di misurare la capacità di resistenza nel rispetto delle norme tecniche e di legge, secondo quanto imposto dalle norme vigenti in tema di sicurezza.
Ogni tipo di vetro antiproiettile ha uno specifico metodo di collaudo e norma di riferimento. Dal 1998 esiste un unico sistema di collaudo che accomuna tutti i paesi europei, rendendo più comprensibile la classificazione e facendo sì che l’export del Made in Italy abbia un ascendente sempre maggiore sui restanti paesi d’Europa e oltre.
È estremamente importante che il vetro antiproiettile sia inserito in una struttura adatta, in legno o metallo, in grado di garantire la protezione degli ambienti interni.
Volendo conoscere meglio questi tipi di vetro, suggeriamo di capire le differenze tra vetro antiproiettile e antiesplosione.
Spesso accomunati sotto la stessa definizione, non sono propriamente la stessa cosa.
Partiamo dal fatto che entrambi sono vetri stratificati, ovvero vetri di sicurezza, che in caso di rottura non si rompono in frammenti. Questa è una caratteristica importante in qualsiasi contesto, non esclusivamente in caso di proiettili.
In base alla stratificazione il vetro può assolvere a diverse funzioni:
Soffermandoci sugli ultimi due, hanno una differenza fondamentale che li vede collocati in ambiti non sempre simili.
I vetri antiproiettili sono concepiti per resistere all’impatto di proiettili sparati da armi di diverso tipo e individuabili per classificazione. Ogni classe di vetro protegge da impatti di potenza crescente.
I vetri antiesplosione hanno, invece, la capacità di resistere all’onda d’urto di una deflagrazione. Proprio la diversa stratificazione li rende più o meno resistenti, garantendo la sicurezza di chi si trova all’interno dell’edificio.
In seguito a questa analisi appare chiaro come ogni contesto richieda un vetro specifico, ma soprattutto è evidente quanto sia importante affidarsi solo a professionisti del settore, unici in grado di individuare, progettare, realizzare e installare il prodotto adatto.
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