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Quali materiali scegliere in architettura sostenibile, come riciclarli e come smaltirli sono valutazioni fondamentali per lo sviluppo di un’edilizia a basso impatto ambientale.
Dalle strutture portanti ai serramenti, i materiali utilizzati devono favorire il risparmio energetico e incidere in forma minima sugli equilibri ambientali.
Materiali riciclati e riciclabili, dall’alta tenuta ad aria e acqua, rappresentano quindi la soluzione a un’architettura sempre più eco compatibile.
Scopriamo, quindi, quali sono i materiali dell’architettura sostenibile, come riciclarli e come farne il focus delle case passive.
Come riciclare i materiali prodotti è fondamentale in architettura sostenibile, che mette al bando cemento, mattoni e tegole tradizionali.
Perché una casa sia totalmente sostenibile è necessario puntare su materiali:
Ampiamente diffusa negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, con particolare risalto di Francia, Germania, Paesi Bassi e altre realtà del nord del continente, l’architettura sostenibile fatica ancora ad affermarsi in Italia, nonostante l’UE promuova i materiali sostenibili per l’architettura, quali:
Il legno è un materiale rinnovabile, flessibile, resistente e capace di un buon isolamento termico. Può essere abbinato al sughero, soprattutto nella realizzazione di serramenti. Il sughero, ottimo isolante termico e acustico, è un materiale traspirante, impiegato anche nella realizzazione di pannelli realizzabili anche senza l’uso di collanti.
Tra i materiali da scegliere in ottica sostenibile, la paglia è un valido insonorizzante, traspirante, in grado di aumentare la resistenza delle strutture in legno. Se pressata in piccoli blocchi, risulta altamente resistente al fuoco.
Anche la canapa rientra tra i materiali sempre più usati in architettura sostenibile. Abbinata alla calce migliora le caratteristiche di alcuni materiali, per esempio dei mattoni.
Il laterizio microporizzato è un isolante termico e acustico dalle proprietà traspiranti, ottenuto con materiali green, come segatura di legno o pula di riso, che tuttavia non può essere considerato totalmente sostenibile, a causa della complessa lavorazione necessaria per ottenerlo.
Infine, tra i materiali più usati nell’architettura sostenibile, non possiamo non citare il biocemento, materiale in grado di rigenerarsi grazie ai batteri in esso contenuti.
Soprattutto negli ultimi decenni la pratica del riciclaggio dei rifiuti edili è ampiamente promossa, in Italia, da una politica edilizia indirizzata verso alcuni principi fondamentali:
Oltre al recupero delle aree edili dismesse, assistiamo a una politica ambientale sempre più attenta allo sfruttamento delle cave e di tutte le risorse del territorio. Tale politica ambientale richiede di limitare l’utilizzo di discariche per lo smaltimento di rifiuti non riciclabili.
Col Decreto Legislativo del 5 Febbraio 1997, n° 22, conosciuto come “Decreto Ronchi, allineato con le direttive dell’Unione europea, le ditte operanti nel settore della demolizione sono tenute a compilare formulari volti ad identificare i rifiuti, al fine di ridurne la produzione e valorizzarne gli scarti attraverso il riciclo.
In architettura questi obiettivi si traducono nell’ottimizzazione delle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un edificio sostenibile.
L’edificio viene realizzato con lungimiranza, in vista del suo ‘intero ciclo di vita e la demolizione viene vista come la fase iniziale del processo di recupero a cui segue la raccolta differenziata attraverso cui viene valorizzato il prodotto.
Per facilitare il concatenamento delle tre fasi, oggi l’Europa adotta il codice CER/2002, che classifica i rifiuti con codici che servono da riferimento per la compilazione del MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale), che determina una sorta di bilancio di carico e scarico rifiuti nell’anno.
Grazie a queste regolamentazioni è in vigore una normativa che regola lo smaltimento di materiali edili in base a:
Le case passive rispondono pienamente alle esigenze dell’architettura sostenibile.
Realizzate in materiali riciclati, riciclabili e altamente efficienti, fondano su due obiettivi la propria ragione di esistere:
Soprattutto, il secondo è il principio cardine che, come conseguenza, ha anche il risparmio energetico.
Tra le sue particolarità annoveriamo:
La casa passiva punta, infatti, all’architettura bioclimatica, che grazie agli elementi naturali, quali la corretta esposizione a sole e venti, riduce al minimo l’impiego di sistemi di riscaldamento e raffreddamento artificiali inquinanti.
Oltre ad una favorevole esposizione alla luce solare, la casa passiva gode di un sistema di ventilazione meccanica controllata per il rinnovo dell’aria negli ambienti evitando dispersioni.
La casa passiva deve essere in grado di sfruttare nel miglior modo possibile tutto ciò che la natura offre. Il calore del sole viene ottimizzato grazie alla vicinanza di ombreggianti naturali (alberi,) e mediante l’installazione di pareti vetrate, serramenti termici e sistemi di ombreggiatura, come frangisole, persiane, masharabie.
L’insieme di questi fattori, insieme all’uso di materiali di costruzione adatti, garantisce un’alta tenuta agli agenti termici e la soluzione più salubre e a basso impatto ambientale.
La casa passiva è, quindi, il risultato di un’architettura sostenibile evoluta. Al suo interno il comfort è elevato come in qualsiasi casa tradizionale, pur senza sfruttare i sistemi di climatizzazione artificiale.
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